Dal 2 giugno al 30 agosto 2020 le Scuderie del Quirinale aprono al pubblico dalla domenica al giovedì dalle ore 8.00 alle ore 23.00 (ultimo ingresso ore 21.30), il venerdì e il sabato dalle ore 8.00 alle ore 1.00 (ultimo ingresso ore 23.30). La visita è organizzata con tempi predefiniti (5 minuti per ogni sala) accompagnati da un addetto del personale di sala. La prenotazione di tutti gli ingressi è obbligatoria e può essere effettuata sul sito web www.scuderiequirinale.it, chiamando il call center al numero +39 02-92897722 oppure presso tutti i punti vendita Vivaticket aperti al pubblico.
A cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio, l’Italia rende omaggio al sommo artista del Rinascimento con una grande mostra alle Scuderie del Quirinale. Raffaello morì a Roma ed è a Roma che deve la sua fama universale. È quindi particolarmente significativo che questo tributo nazionale abbia luogo nella città dove l’urbinate espresse a pieno il suo formidabile talento artistico, e dove la sua vita si spense improvvisamente a soli 37 anni di età. Alle Scuderie sono riuniti per la prima volta più di cento capolavori autografi o comunque riconducibili a ideazione raffaellesca tra dipinti, cartoni, disegni, arazzi, progetti architettonici. A questi sono affiancate altrettante opere di confronto e di contesto (sculture e altri manufatti antichi, sculture rinascimentali, codici, documenti, preziosi capolavori di arte applicata) per un ammontare complessivo di 204 opere in mostra, 120 dello stesso Raffaello tra dipinti e disegni.
La rassegna, di ampiezza mai tentata finora, presenta capolavori provenienti dai più importanti musei e collezioni nazionali ed internazionali. Un’occasione irripetibile per vedere riunite nello stesso luogo opere celeberrime e amatissime in tutto il mondo come: la Madonna del Granduca e la Velata delle Gallerie degli Uffizi o la grande pala di Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna; opere mai tornate in Italia dal momento della loro esportazione per ragioni collezionistiche come la sublime Madonna Alba dalla National Gallery di Washington, la Madonna della Rosa dal Prado o la Madonna Tempi dalla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera; dipinti straordinari e iconici come il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre. Per la prima volta, si possono ammirare nello stesso luogo i ritratti dei due papi che consentirono a Raffaello di dimostrare il suo immenso potenziale artistico negli anni romani: quello di Giulio II dalla National Gallery di Londra e quello di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi degli Uffizi.
Raffaello e Roma
Nella città dei Papi, della Curia, dei committenti pontifici, degli umanisti, degli scienziati e dei letterati, molti dei quali furono suoi amici, Raffaello visse dal 1509 al 1520. Undici anni intensi e prolifici, durante i quali poté esprimere il suo talento in forme nuove e sperimentali che lo consacrarono al pari di Michelangelo il massimo artista del Rinascimento maturo. La mostra, che trae ispirazione dall’oggetto del quinto centenario della morte di Raffaello, presta particolare attenzione al fondamentale periodo romano, pur descrivendo per intero, in chiave monografica, tutta la vasta e articolata produzione creativa dell’urbinate: dalle arti plastiche a quelle decorative, dall’antiquaria all’architettura fino all’urbanistica – Raffaello divenne responsabile della Fabbrica di San Pietro nel 1514 – il percorso espositivo non si limiterà alla presentazione dei soli capolavori della pittura ma si estenderà all’intera attività progettuale dell’artista, con un’ampiezza mai tentata fino ad oggi nelle mostre a lui dedicate.
Condurre gli scavi per riportare alla luce; studiare e conservare le vestigia urbane di Roma antica; sovrintendere il grandioso cantiere della basilica di San Pietro; perfezionare lo studio e il metodo della pittura, amata e richiesta dai più importanti committenti per la sua naturalezza e inarrivabile armonia. Tali, e molti altri, furono i compiti che Raffaello fu chiamato ad assolvere per tutto il periodo romano e fino alla sua improvvisa scomparsa.
Alla sua morte, inaspettata e prematura, grande fu “lo sgomento e la tristezza che quella scomparsa aveva generato nell’animo di tutti ma particolarmente in seno a quella comunità di umanisti che aveva al contempo ispirato e consentito negli anni romani l’esponenziale sviluppo del potenziale progettuale e delle ambizioni culturali di Raffaello” (dal saggio “La morte di Raffaello nelle parole dei contemporanei” di Matteo Lafranconi).
La mostra è articolata secondo una idea originale, che propone un percorso che prende le mosse dal 6 aprile 1520, per ripercorrere a ritroso tutta l’avventura creativa di Raffaello, da Roma a Firenze, da Firenze all’Umbria, fino alle radici urbinati. Un travolgente flash-back che parte da una spettacolare riproduzione a grandezza naturale della monumentale tomba di Raffaello al Pantheon. Il famoso epitaffio “in latino umanistico che esalta la forza creatrice di Raffaello proprio attraverso la desolazione generata dal suo cessare” (dal saggio “La morte di Raffaello nelle parole dei contemporanei” di M. Lafranconi) ci accompagna in un percorso a ritroso, dalla morte verso la grazia e la “leggiadria” di un artista unico. “Qui sta quel Raffaello, mentre era vivo il quale, la Natura temette di essere vinta e, mentre moriva, di morire con lui”.
Il primo decisivo capitolo di questo percorso è dedicato alla celebre Lettera a Leone X, scritta da Raffaello insieme a Baldassarre Castiglione (diventata fondamento teorico della moderna idea di tutela dei beni culturali) e presentata in mostra nel prezioso esemplare manoscritto dell’Archivio di Stato di Mantova. La sezione comprende un’installazione multimediale a cura di Alessandro Viscogliosi e realizzata da Katatexilux, dedicata alla ricostruzione della Pianta di Roma antica, la grande impresa archeologico-architettonica che Raffaello lasciò incompiuta alla sua morte, con particolare delusione di umanisti ed eruditi per i quali aveva rappresentato la più ambiziosa impresa antiquaria mai tentata. La profonda cultura antiquaria di Raffaello e la sua capacità di attualizzarla in progetti moderni sarà dimostrata anche nella sezione architettonica, dove sarà presentata una spettacolare ricostruzione in 3D della facciata del perduto Palazzo Branconio.
Immagini
Raffaello, La Madonna della Rosa / Madonna of the Rose, 1518-1520 – olio su tavola trasportata su tela / oil on panel transferred to canvas – Madrid, Museo Nacional del Prado © 2020. Copyright immagine Museo Nacional del Prado
Raffaello, Santa Cecilia con i santi Paolo, Giovanni Evangelista, Agostino e Maria Maddalena (Estasi di Santa Cecilia) / Ecstasy of Sant Cecilia, ante 1518 – tavola trasportata su tela / panel trasported to canvans. Bologna, Polo Museale dell’Emilia Romagna, Pinacoteca Nazionale. Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Polo Museale dell’Emilia Romagna
Raffaello, Madonna dell’Impannata, 1511 – olio su tavola / oil on panel. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina. Gabinetto fotografico delle Gallerie degli Uffizi – Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo
Raffaello, Madonna Tempi, 1507-1508 – olio su tavola / oil on panel. Monaco, Bayerische Staatsgemäldesammlung Alte Pinakothek © BAYERISCHE STAATSGEMÄLDESAMMLUNGEN
Raffaello, Ritratto di donna detta “La Velata” / Portrait of woman called “La Velata”, 1512-1513 circa – olio su tela / oil on canvans. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina. Gabinetto fotografico delle Gallerie degli Uffizi – Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo
Raffaello, Ritratto di Giulio II / Portrait of Giulio II, ante marzo 1512 – olio su tavola / oil on panel. Londra, The National Gallery. © The National Gallery, London
Raffaello, Autoritratto / Self portrait, 1506-1508 – olio su tavola di pioppo / oil on poplar panel. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture. Gabinetto fotografico delle Gallerie degli Uffizi – Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo
Raffaello, Ritratto di donna nei panni di Venere (“Fornarina”) / Portrait of woman in the role of Venus (“Fornarina”), 1519-1520 circa – olio su tavola / oil on panel. Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, Barberini. Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma (MIBACT) – Biblioteca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell’arte/Enrico Fontolan